giovedì 26 febbraio 2009

Più treno. Orari, disservizi, prospettive.


Venerdì 13 febbraio 2009, la Legambiente ha tenuto una conferenza stampa a Sondrio, occasione in cui ha presentato il documento "Più treno: Orari, disservizi, prospettive".

"
In provincia c’è davvero bisogno di “più treno”, per le ricadute positive su mobilità e ambiente. In un momento nel quale l’attenzione è focalizzata su orari e disservizi, Legambiente ha raccolto dati ed idee e presenta quindi un quadro della situazione della linea ferroviaria Milano-Tirano con la sua diramazione per Chiavenna. L’attenzione cade inevitabilmente sulle prospettive del servizio e sulle azioni da intraprendere."

Il documento può essere letto utilizzando Adobe Reader.

mercoledì 25 febbraio 2009

PD, varata la nuova segreteria

Varata la nuova Segreteria del PD. Ne fanno parte Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli, il segretario regionale del Pd lombardo, Maurizio Martina, il segretario provinciale del Pd di Siena, Elisa Meloni, la parlamentare Federica Mogherini e il consigliere regionale siciliano, Giuseppe Lupo.
Maurizio Migliavacca assumerà la funzione di dirigente dell'area Organizzazione.

“Come mi ero impegnato a fare con l'assemblea che mi ha eletto segretario, ho fatto la mia segreteria coinvolgendo il territorio nella dirigenza del partito senza aver trattato con nessuno, in solitudine e mi assumo la responsabilità delle mie scelte". Lo ha spiegato ai cronisti il segretario dei Pd, Dario Franceschini che questa sera ha presentato la sua segreteria.

“La costruzione di organismi dirigenti di solito richiede tempi di riflessione più lunghi pero' in questo caso c'era l'urgenza di avere in campo da subito organismi non provvisori - ha chiarito Franceschini - oggi mancano cento giorni alle europee quindi non c'è tempo da
perdere”, ha aggiunto il segretario del Pd.

La segreteria si riunirà settimanalmente e sono previste riunioni frequenti anche dell'assemblea dei segretari regionali.

Per quanto riguarda invece il team di coloro che si occuperanno dei dipartimenti tematici, Franceschini ha detto che verrà seguito un altro criterio di selezione perché "qui servono esperienze e scegliero' tra i componenti dei gruppi parlamentari. Coinvolgero' ovviamente anche i presidenti dei gruppi e i vicepresidenti delle Camere. Insomma, persone di esperienza e di peso politico".

Fonte: partitodemocratico.it

L'allarme dell'Independent: "Nuove centrali più pericolose"

E in Italia monta la protesta contro l'accordo sul nucleare siglato dal governo con la Francia.

ROMA - In caso di incidente, le centrali nucleari di nuova generazione sono più pericolose dei vecchi impianti che dovrebbero sostituire. A mettere in luce questo rischio è un'inchiesta del quotidiano britannico The Independent. Il giornale prende in esame i nuovi Epr (European pressurised reactors), i nuovi reattori che verranno costruiti in Gran Bretagna, ma anche in Italia, dopo l'accordo siglato oggi da Berlusconi e Sarkozy. Intanto, monta la protesta delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Legambiente, contro il ritorno al nucleare. E le voci dissonanti si fanno sentire anche dall'opposizione, dal Pd a Prc, mentre i verdi si dicono "pronti a un referendum".

La denuncia dell'Independent. Il quotidiano britannico cita alcuni documenti di natura industriale che provengono anche dalla azienda francese Edf, la stessa che ha appena sottoscritto un accordo con Enel. Studi che segnalano che il rischio di incidenti con queste nuove tecnologie è sì più basso, ma, nel caso avvenga una fuoriuscita di radiazioni, questa sarebbe più consistente e pericolosa che non in passato. Tra i documenti esaminati, "ce n'è uno secondo cui le perdite umane stimate potrebbero essere doppie".

"Finora questo tipo di centrali è stato generalmente considerato meno pericoloso di quelli attualmente in funzione perché dotato di maggiori misure di sicurezza e in grado di produrre meno scorie - argomenta il quotidiano - ma le informazioni contenute nei documenti da noi consultati dimostrano che in effetti producono una quantità di isotopi radiattivi di gran lunga maggiore tra quelli definiti tecnicamente 'frazioni di rilascio immediato', proprio perché fuoriescono facilmente dopo un incidente".

Proteste in Italia. Secondo Legambiente l'accordo firmato oggi è "pericoloso e miope": "Tutti gli studi internazionali - afferma l'organizzazione - mostrano che il nucleare è la fonte energetica più costosa e rimane aperta la questione delle scorie e della sicurezza''. Greenpeace, invece, mette l'accento sul fatto che l'accordo è "a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l'industria nucleare francese", ma ''non offre all'Italia nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica - tecnologia e combustibile arrivano dall'estero - ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine''.

Sulla stessa linea anche Ermete Realacci, Pd, secondo cui ''Sarkozy punta sui fondi pubblici italiani per sostenere l'industria nucleare francese" mentre in tempi di crisi sarebbe "meglio puntare sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili". Per il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, il ritorno al nucleare è "semplicemente una follia".

L'esponente dei Verdi, Paolo Cento, avverte: "Siamo pronti a valutare tutte le azioni politiche e di lotta, compreso il referendum". "D'altronde - ricorda Cento - proprio con un referendum, i cui effetti sono ancora validi dal punto di vista giuridico, il 62% degli italiani decise di far uscire l'Italia dal nucleare dopo la tragedia di Chernobyl". "Il nostro premier ha firmato accordi con la Francia per la creazione di quattro centrali nucleari senza che il parlamento abbia ancora approvato le relative leggi'', osserva invece Fabio Evangelisti, vice presidente del gruppo dell'Idv alla Camera.

(Fonte: la Repubblica.it; Fotografia: mbeo - Flickr.com)

venerdì 20 febbraio 2009

Pd, quattro modelli per un segretario

Il Sole 24 Ore il 20/02/09 - di Sara Bianchi

Walter Veltroni non andrà all'assemblea costituente del Pd che sabato dovrebbe eleggere il nuovo segretario del partito. La notizia, già circolata, viene confermata dallo stesso Veltroni. E intanto il dibattito interno al partito si concentra sul futuro imminente: la reggenza di Dario Franceschini fino al congresso, l'ipotesi primarie, la leadeship futura. Oltre alla candidature di Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani, si fanno strada quelle di Enrico Letta e Arturo Parisi. Semplificando: Franceschini rappresenta la continuità del progetto di Veltroni ed è un punto di riferimento per l'area popolare e il cattolicesimo democratico; l'ex ministro dello Sviluppo economico ha in mente un partito che mantenga solidi rapporti con il mondo sociale, sindacati in testa, una forza con un forte radicamento sul terriotorio. Letta, espressione della linea neo-liberista, pensa a rifondare il centrosinistra con una forza che abbia un legame più saldo con i centristi dell'Udc; Parisi annuncia la sua candidatura «a nome dell'Ulivo», sulla scia della prima esperienza di Romano Prodi leader, al netto delle diversità del panorama politico attuale e fa della pluralità l'elemento determinante per la gestione del partito. Dario Franceschini non ha fatto mistero del senso di riconoscenza che lo lega a Veltroni: «senza di lui, senza le primarie, senza la volontà di chiudere la stagione delle alleanze il partito non sarebbe nato e questo cammino non sarebbe iniziato».
Pier Luigi Bersani si riconosce in pieno in quanto deciso dal coordinamento, e cioè la candidatura di Franceschini a nuovo segretario fino al congresso di ottobre e vede solo due alternative, esvludendo l'ipotesi primarie: «o l'elezione del nuovo segretario o la convocazione del congresso anticipato». Enrico Letta invita tutti i membri del partito a sospendere le ostilità per «trovare una soluzione che ci consenta di esistere». Parlare di scissione gli sembra fuori luogo, perchè «oggi il problema è quello di tenere il campo, far sì che esista l'area politica del centrosinistra e del Pd». Artuto Parisi insiste perché il nuovo leader del Pd sia eletto subito attraverso le primarie. E sull'eventualità di nomina del segretario direttamente in Assemblea fa sapere: «avanzerò la mia candidatura in difesa della nostra idea di un Pd che riparta nel solco dell'Ulivo, per consentire cosi una scelta nitida tra linee politiche alternative».

(Fonte: IlSole24Ore.com)

giovedì 12 febbraio 2009

Il pudore e l'amore di un padre

di Walter Veltroni


Sono giorni che penso che questa vicenda lascerà un segno profondo nella coscienza civile del Paese. Non so dire, ora, se essa avrà prodotto, attraverso la “cognizione del dolore”, l’effetto di far fermare l’opinione pubblica, di farle sospendere, per un’ora o per un giorno, la bulimica corsa verso il niente che spesso riempie la solitudine di senso del nostro tempo.Il corpo di una ragazza, di quella ragazza sorridente, viva, allegra. Diciassette anni fa. Quel corpo che noi ricordiamo così. Noi, che l’abbiamo vista solo così. Il corpo di quella ragazza che il dolore e l’assenza di relazione vitale, che un tempo trascorso senza la gioia di sentire il rumore dei propri passi e di quelli degli altri, della propria voce e di quella degli altri, avrà reso irriconoscibile.Il pudore e l’amore di un padre ha salvaguardato la riservatezza della mutazione di quel corpo. Anche al rischio che si potesse pensare, nel fuoco della orrenda campagna politico-mediatica, che Eluana fosse quel sorriso, quella vita neanche cominciata, quel progetto che diciotto anni portano in sé. E invece Eluana era quel corpo martoriato, un corpo muto, incapace di testimoniare il proprio dolore perché nascosto, coperto, tutelato dall’amore di un padre. Cosa sarebbe successo se una sola immagine di Eluana oggi fosse arrivata nelle tv o sui giornali? Quale effetto emotivo, uguale e contrario alle foto solari di un giorno di vacanza, si sarebbe determinato nell’opinione pubblica? Perché l’Eluana che se ne è andata è quella che il padre non ha voluto mostrare, sfidando ogni cinismo, ogni calcolo di opportunità, ogni convenienza. Essere padre, in una società che ha imparato a discutere ruolo e autorità di una figura determinante nella vita di ciascuno. Mi è capitato di scrivere molte volte, parole di romanzi, su questo tema. E ogni volta mi arrivavano valanghe di lettere. Una signora, un giorno, mi avvicinò e mi chiese qualcosa che mi scosse. Lo chiedeva a me, come fossi un esperto. A me, che non ho neanche una fotografia con mio padre. Mi chiedeva cosa doveva fare con il suo papà che stava morendo. Perché in tutta la loro vita non si erano mai, neanche una volta, abbracciati. E lei temeva che se lo avesse fatto lui avrebbe capito che la sua vita stava finendo. E’ la storia di Eluana allo specchio, questa. E’ la storia di Eluana che da quella sera che una lastra di ghiaccio la tradì è stata accompagnata dalle parole, dalle carezze, dalle lacrime di un padre e di una madre che si è consumata nel dolore. Per questo, lo dico con raccapriccio ma senza polemica (non qui, non ora), mi ha indignato come poche cose nella mia vita, ascoltare un uomo politico, un uomo di governo dire che la battaglia di quel padre sembrava avere come obiettivo “togliere di mezzo una scomodità”. Come si può mai parlare di una creatura come di una “scomodità”? Come si può ignorare che quei due esseri umani hanno curato e accudito quella ragazza silenziosa per seimiladuecentotrentatrè giorni? E’ la storia di una famiglia italiana, quella degli Englaro. Ed è la storia di migliaia di famiglie che vivono la stessa angoscia. Qualcuna si aggrappa ad ogni speranza, per amore. Qualcuna pensa che il dolore che quel corpo vive debba finire, per amore. Che diritto abbiamo noi di polemizzare, urlare, inveire di fronte a questa abissale tragedia di amore? Noi, che abbiamo responsabilità, facciamo le leggi. Leggi giuste, meditate, umane. Leggi coscienti dei limiti invalicabili per uno stato liberale. Ad esse i cittadini si atterranno. Il resto è inconoscibile. E’ ciò che scorre nella mente e nel cuore di chi ama una persona che non può rispondere. Di chi da padre, o madre, vede il proprio figlio spegnersi nel silenzio, quando la natura vorrebbe il contrario. Questo e solo questo mi viene da dire, su Eluana Englaro, ragazza italiana. Che di amore e di dolore è stata circondata per seimiladuecentotrentatré giorni tristi e notti infinite.

L'Italia vista dalla Spagna

Intervento di Elena del Giorgio, candidata alla Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 2008.

In questi giorni amiche e amici spagnoli mi chiedono spesso spiegazioni oprecisazioni rispetto a quanto sta accadendo in Italia. Dinanzi a mieisommari tentativi di ricondurre le odierne aberranti vicende ad almeno undecennio di sfacelo politico, culturale e sociale del paese il commento e’sempre lo stesso: “ma come avete fatto a votarlo un’altra volta? Credo cheoggi in Spagna non sarebbe possibile l’elezione di un “tio” (tipo) delgenere”. Un’ovvieta´, penserete. Sappiamo che Berlusconi rappresentaun’eccezione, un’anomalia democratica. Sappiamo che e’ scandaloso il fattoche possegga e controlli svariati mezzi di informazione. Sappiamo che leorigini del suo impero economico e del suo percorso politico possanodefinirsi a dir poco dubbie. Lo sappiamo? Ce lo ricordiamo per davvero? Pochi giorni fa Veltroni ha parlato di una “sottile vena autoritaria”.Sottile? Enrico Letta, Paola Binetti e molti altri eletti del Pd hanno annunciato chevoteranno si’ al ddl sul caso Englaro. Si’? Non entro qui nel merito di una vicenda rispetto alla quale credo sia piu’che doverosa una riflessione marcata da toni ben diversi da quelli chevengono usati attualmente nel dibattito politico. Mi limito ad esprimere lamia piu’ sentita ed empatica vicinanza alla famiglia di Eluana per cio’ cheha dovuto passare in questi 17 anni e per la profonda amarezza che devonoprovare oggi i suoi cari nel vedere la loro dolorosa vicenda personalestrumentalizzata a fini politici e ideologici. Aggiungo che per quanto miriguarda ho sempre creduto e credo nel principio dell’autodeterminazione edella liberta’ di scelta dinanzi alla complessita’ e spesso unicita’ delleprove alle quali l’esistenza ci sottopone. Da cittadina, tuttavia, mi preme sottolineare alcuni punti. Personalmente,trovo inaccettabile che membri del partito per il quale sono stata candidatapossano votare un ddl del genere. Rispetto le loro opinioni personali ecredo sia necessario avviare un dibattito serio intorno a temi delicatiquali l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, etc. Tuttavia, oltre alcontenuto della legge in discussione le modalita´ pesantemente autoritarieattraverso le quali la si sta imponendo al Parlamento rendono necessaria unapresa di posizione forte. Dal punto di vista sostanziale e procedurale ilgoverno Berlusconi sta calpestando alcuni principi basilari di ogni assettodemocratico: in primis quello della separazione dei poteri e quello dellaseparazione tra Stato e Chiesa. Esiste una sentenza emessa dal grado piu’alto del potere giudiziario. Il suo stravolgimento, in un contesto diequilibrio dei poteri, dovrebbe lampantemente apparire comeanti-costituzionale e virulentemente pericoloso. Il premier del resto si e’permesso di dire che la nostra Costituzione – peraltro uno dei testi piu’equilibrati in tutta Europa – sarebbe “filo-sovietica”. Visto da qui, da un paese – la Spagna – che ha vissuto una lunga dittatura enel corso degli anni ha saputo consolidare la forza della propria democraziae affermare con decisione il principio di separazione tra Stato e Chiesa,cio’ che sta accadendo in Italia mi pare ancor piu’ di una gravita’assoluta! Che in un contesto di crisi economica allarmante, il Governo pensi astravolgere le regole basilari del vivere civile e democratico sfruttandouna vicenda delicata come quella di Eluana Englaro, mi pare vergognoso! Che deputati e senatori del PD, anziche’ ribadire con forza la validitádelle regole democratiche sancite dalla nostra Costituzione, si dichiarinopronti a firmare il ddl, mi sembra, e lo ribadisco ancora una volta,inaccettabile! Personalmente mi domando cosa debba succedere ancora prima che i vertici delPD la smettano di tentennare e gridino a gran voce che siamo in odore diautoritarismo, che la tutela del diritto di scelta e soprattutto la tuteladelle regole di base della nostra democrazia e’ saltata!! Gli spagnoli si lamentano di Zapatero. Dicono che non sta gestendo al megliola crisi. Io gli rispondo che da noi, nessuno ci sta nemmeno provando, chel’attenzione viene deviata dalla disastrosa situazione dei conti pubblici,dall’aumento della pressione fiscale; rispondo che abbiamo un’opposizionemiope che anziche’ riportare il dibattito sui binari della ragionevolezzasta ad azzuffarsi su vuoti ideologismi lontani dalla complessita’ del reale.Dico loro di non lamentarsi perche’ restano una democrazia sana e perche’noi, giovani italiani, stiamo perdendo la speranza e stiamo scappando inmassa da un paese che non puo’ piu’ definirsi una democrazia se non a costodi forzature semantiche! Dico loro di essere fieri delle conquiste diliberta` che hanno ottenuto negli ultimi anni, del consolidamento di unostato laico, dove una parte non pretende (o non puo’) imporre ad altriscelte e norme ispirate da principi religiosi non condivisi! A tal proposito mi auguro che all’interno del PD si trovi un po’ dicoraggio. Il coraggio di fare di alcune idee di fondo, di alcuni principibasilari la migliore delle strategie. E’ cosi’ che Obama ha vinto negliStati Uniti ed e’ a quella campagna che dovremmo guardare anziche’ restareimpantanati nella ricerca di improbabili strategie da politichetta nostrana,nella paura di dire qualcosa per non perdere questo o quello e salvaguardareequilibri che non stanno portando a nessun risultato. Ci sono punti rispetto ai quali un partito di centro-sinistra dovrebbeessere saldo e fermo: la laicita´ dello Stato, il rispetto delle regoledemocratiche, la lotta all’omofobia e al razzismo, la difesa della nostra Costituzione, lalotta contro derive autoritarie. Chiunque votera´ quel ddl in Parlamento lo fara´ calpestando laCostituzione, legittimera’ prassi e contenuti politici non propri di unademocrazia matura, spalanchera´ le porte a ció che piu’ pericolosamente puo’minare il vivere civile e democratico: l’arbitrarieta` e l’unilateralita´.Chiunque votera’ quel ddl indirettamente stara’ affermando che accetta cheil principio di separazione dei poteri venga reso vano cos¡ come quellodella separazione tra stato e chiesa. Chiunque votera’ quel ddl concorrera´a scrivere una delle pagine piu’ buie della storia della politica italiana.Sui contenuti si puo’ e si dovra´discutere, ma su questo, sulla validita´ diprocedure e norme che reggono, come pilastri, la democrazia italiana credoproprio di no! Preoccupati saluti da Madrid.

domenica 8 febbraio 2009

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Giù le mani dalle nostre acque - Comunicato del 3/2/2009

Dal 1 gennaio 2009 negli sfruttattissimi fiumi della nostra valle, dovrebbe fluire una portata d'acqua pari almeno al deflusso minimo vitale.Che cosa sia il deflusso minimo vitale lo dicono le parole stesse, e già sarebbe stato un problema controllare ed essere sicuri che le ditte produttrici avrebbero rilasciato la quantità di acqua appena sufficiente per far vivere i corsi d'acqua.Ma la Regione Lombardia, nell'agosto del 2008, ci ha risolto il problema, permettendo ai produttori di energia elettrica di derogare al rilascio minimo sancito già con normativa europea e con il Piano di Tutela delle Acque.Tale possibilità è stata ovviamente presa al balzo da Edipower che, dopo averlo fatto per il Fiume Mera (riduzione già concessa dalla Regione per il tratto Villa-Chiavenna e passata un po' in sordina), si è affrettata a presentare uno studio dove si propone una riduzione (dal 10% al 7,6% del totale di acqua presente in alveo) del deflusso minimo vitale nei torrenti Liro e Boggia. Ci dispiace constatare che, al di là dei vuoti proclami sulla difesa delle nostre acque, sia la Regione Lombardia (regista di questa brillante operazione che costringerà il Pirellone stesso a smentire una propria recente determinazione riguardo ai deflussi di Liro e Boggia) sia la Provincia di Sondrio hanno benedetto la sperimentazione che avrà come risultato quello di ridurre dal mese di giugno l'acqua nei nostri fiumi. Il Liro ed il Boggia scorrono in siti SIC, Siti di Importanza Comunitaria, ma anche questo non è stato sufficiente alla Provincia per opporsi agli interessi di Edipower.Siamo ora appesi alla speranza che almeno la Comunità Montana della Valchiavenna, ben consapevole delle ripercussioni che la portata idraulica ha sull'alimentazione della falda del SIC del Piano di fondovalle e sull'ecosistema in generale, non dia il benestare, entro il 31 maggio, a questa vera e propria truffa legalizzata ai danni dell'ambiente e della nostra popolazione. Non dimentichiamo che la Comunità Montana ha investito denaro per il ripristino delle merette, che potrebbero rischiare di rimanere a secco.Come Circolo del Partito Democratico della Valchiavenna siamo sconcertati che tale scandalosa notizia sia quasi passata sotto silenzio, in una Valle che fornisce da decenni buona parte dell'energia idroelettrica al resto dell'Italia, senza averne in cambio adeguati vantaggi economici.Il fatto appare ancor più grave perchè non si tratta di piccoli impianti con grandi ritorni economici per noi cittadini, ma dell'intensivo, spudorato e progressivo sfruttamento, da parte di una grande società privata, delle ultime acque che ancora scorrono nei nostri fiumi.Persino il recente accordo tra la stessa Edipower, la Provincia di Sondrio ed i Comuni rivieraschi della Valchiavenna, per avere finalmente gli arretrati dei sovracanoni delle captazioni, si è rivelata un'occasione mancata per pareggiare equamente i conti.L'assalto ai nostri fiumi continua, proprio allo scadere, a gennaio, della moratoria sul rilascio di nuove concessioni idroelettriche.Il nostro territorio è la nostra ricchezza, economica, ambientale e turistica: perchè continuiamo a svenderlo e a distruggerlo?

Beatrice Patrini

Coordinatrice Circolo Partito Democratico Valchiavenna

1° Assemblea Regionale Giovani Democratici


Intervento di Fabio Lombardini - Milano, 18 gennaio 2009.

Care democratiche, cari democratici.

Sono quì oggi in rappresentanza dei Giovani Democratici della provincia di Sondrio, una provincia peculiare, la cui popolazione è sparsa su un territorio molto ampio. È la provincia “più leghista” fra i territori lombardi, forse anche del paese; è l’unico territorio in cui un movimento giovanile per il centro-sinistra – e per la sinistra, in generale – è stato assente per quasi vent’anni, squilibrando ulteriormente l’assetto politico del territorio, il quale era già prevalentemente conservativo. Per intenderci, alle ultime elezioni, il centro-destra ha ottenuto quasi il 64% dei voti, il Partito Democratico il ventuno.
Con tanto impegno siamo riusciti ad unirci in un gruppo solido che potesse condividere e portare avanti le tante battaglie che un giovane di sinistra sente la necessità di portare avanti nel nostro territorio (l’informazione, battaglie di carattere etico e anti razziali, battaglie per la solidarietà). Alle primarie dei Giovani Democratici hanno votato 123 elettori under 30, pochi in valore assoluto, è vero. Ma è anche vero che questo risultato, andando a vedere la proporzione tra votanti e abitanti è il secondo miglior risultato della Lombardia e di questo dato pregherei tutti di tenerne conto!
Siamo, dunque, un nuovo gruppo che invece di dividersi in correnti, invece di pensare a poltrone o giochi di potere si è unito a portare avanti tante battaglie sul nostro territorio: sulla mobilità in primo luogo, sull’informazione, sulle battaglie di carattere etico e anti-razziale, le battaglie per la solidarietà. Ci siamo uniti e rimboccati le maniche, e uniti siamo andati nelle piazze a parlare alle persone di come vorremmo il nostro partito: con il giovane universitario che per metà settimana è fuorisede e con il genitore che vede un partito in difficoltà e ne è deluso.
Eppure, nonostante tutte le difficoltà del far politica nel nostro territorio, oggi ci siamo, oggi siamo nel dibattito politico valtellinese, oggi siamo noi a creare quel dibattito. Dibattito che, in questi mesi, ha toccato una miriade di temi e che ha coperto le prime pagine dei giornali locali. In particolare, ci siamo occupati della delicata questione della mobilità studentesca, e che non riguarda soltanto gli studenti, ma riguarda tutti i pendolari, valtellinesi e lombardi.
Nello specifico, a settembre siamo partiti contestando le politiche dell’amministrazione provinciale di centro-destra, sulla Carta Sconto Treno, un accordo che fu raggiunto dieci anni fa dall’allora amministrazione provinciale di centro-sinistra, insieme a Regione e Trenitalia, che concedeva uno sconto sostanzioso sui biglietti ferroviari per gli studenti universitari valtellinesi, ma che è stato annullato dalla Lega, con l’avallo della giunta Formigoni.
Vi chiederete quale fosse l’importanza di tale accordo: ebbene, i nostri studenti sono i più svantaggiati di tutta la Regione, poiché sono, anzi siamo, i più distanti da qualsiasi sede universitaria e, di conseguenza, costretti ad affrontare una spesa enorme per poterci laureare... In termini concreti, noi impieghiamo 3 o 4 ore per raggiungere le università lombarde, spendendo ogni settimana 20 euro, quindi 800 euro in più all’anno, per portare avanti il nostro sacrosanto diritto allo studio! Spendiamo gli stessi 20 euro che qualunque turista spenderebbe per fare i nostri stessi viaggi! Noi giovani universitari della Valtellina non siamo i turisti dell’istruzione!
E ci stiamo battendo su questa questione, perché sia ripristinato lo sconto, su un viaggio che ci permette di tornare a casa a fine settimana, e che è significativo non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini delle priorità della politica sulla cultura e sull’istruzione!
Al danno si aggiunge la beffa: quest’anno, le borse di studio elargite dalla Provincia sono diminuite di un terzo. E l’inganno è stato che la Provincia ha annunciato di aver aumentato il valore delle borse, ma curiosamente la spesa globale è diminuita!
E se ciò non fosse sufficiente... la Provincia di Sondrio è proprietaria di alloggi universitari quì a Milano. Proprio in queste ultime settimane la Provincia ha respinto la domanda di ammissione a questi alloggi a un giovane, poiché questo giovane residente in Valtellina è un extracomunitario, uno straniero i cui genitori vivono, lavorano e pagano le tasse quì e che lui stesso, domani, vivrà, lavorerà e pagherà le tasse quì! Insieme a noi.
E non finisce quì, perché gli orari dei treni locali sono stati cambiati per favorire la Tav. Non sappiamo ancora come facciano i treni valtellinesi ad influire sulla Tav, lo sanno solo loro! Eppure questi cambiamenti agli orari dei treni non hanno fatto altro che aggiungere due ore di viaggio al giorno per gli studenti delle nostre scuole, per i nostri pendolari.
Noi, oggi stiamo lavorando con associazioni, alcune nate spontaneamente, con i sindacati, con i nostri amministratori per invertire questa catastrofica rotta che il centro-destra ha preso nei confronti della mobilità e nei confronti della cultura. Una rotta che non fa altro che pregiudicare lo sviluppo del territorio.
Ma il lavoro dei giovani democratici valtellinesi non deve essere un lavoro isolato, e la questione mobilità non riguarda soltanto la nostra provincia, ma riguarda tutti noi. Infatti, insieme ai delegati delle province di Como e Lecco, oggi presenteremo una
mozione sulla mobilità, e spero vivamente che venga approvata da quest’assemblea a larga maggioranza.
Un’altra tematica che ci è cara è quella del radicamento territoriale. Per questo motivo ci rivolgiamo a Silvia Gadda (segretario regionale neo-eletto)! Speriamo di poter condividere insieme un progetto di crescita e di radicamento territoriale… e la invitiamo fin da ora ad un’incontro con i nostri giovani e con tutto il gruppo dei Giovani Democratici della provincia di Sondrio!
Concludo. Concludo invitandovi a considerare quest’assemblea come un punto di partenza. Noi Giovani Democratici... perché oggi non siamo nient’altro che Giovani Democratici che credono in un progetto politico nuovo e riformatore e sono ansiosi di essere i protagonisti, insieme, di quel che è, e di porre le basi per quel che Sarà!
In questa navigazione, come diceva Khalil Gibran: “la ragione e la passione sono come il timone e la vela: senza il primo non si governerebbe la direzione, senza la seconda si rimarrebbe fermi.” Cari Democratici, non perdiamo tempo in commissioni o poltrone da dividere, cerchiamo di porre al centro dei nostri dibattiti la ragione, quella ragione e quella visione di un progetto innovatore e riformatore, per i giovani dei nostri territori, che sono lavoratori, universitari, precari... bamboccioni! E di porre al centro la passione, quella passione che ci ha portati qua oggi, quella passione che ci ha visti in migliaia a Roma alla manifestazione del PD.
Qualcuno ha detto che la gente vede la politica, ma la politica non riesce più a vedere al gente. Noi dobbiamo essere gli occhi della politica, coloro, cioè, che vedono e sentono le esigenze e le volontà del popolo, e che fanno sì che la politca riesca a tradurle. Solo così riusciremo a riportare l’interesse e la passione della gente nella politica.

Grazie.

Giovani Democratici della Provincia di Sondrio
Assemblea Regionale G.D. Lombardia
Milano, 18 gennaio 2009
http://www.gdsondrio.blogspot.com/


sabato 7 febbraio 2009

Modifiche orario treni - comunicato stampa del 19/11/2008


Il Circolo del Partito Democratico della Valchiavenna esprime forte preoccupazione rispetto ai nuovi orari ferroviari invernali che entreranno in vigore il prossimo 15 dicembre sulla tratta Colico-Chiavenna e che penalizzerebbero pesantemente i viaggiatori che dalla nostra Valle vorranno raggiungere il capoluogo lombardo, o anche Lecco e Monza, per studiare, per lavorare o per divertirsi.
I passeggeri della Valchiavenna verrebbero trattati come cittadini di serie B, in quanto tutte le coincidenze privilegerebbero la tratta Sondrio-Milano. Quindi non solo non avremmo benefici dal recente raddoppio della linea Lecco-Milano e continueremmo a viaggiare su vagoni in stato indecoroso,sporchi e rotti, ma verremmo anche penalizzati dalla mancanza di coincidenze utili. Dalle notizie della stampa locale, le attese a Colico andrebbero dai 20 minuti addiritura ai 60 minuti per la corsa delle 18.00 verso Milano, mentre ancora non si sa nulla per i primi due, importantissimi treni del mattino. Poichè generalmente Trenitalia pubblica l'orario ufficiale in ritardo, il rischio è di trovarsi con i nuovi orari già in vigore. Queste scelte appaiono in totale contraddizione con quello che dovrebbe essere il modello di sviluppo socioeconomico sostenible della nostra Provincia, Valtellina e Valchiavenna insieme: un intelligente e lungimirante incentivo dell'utilizzo del treno, per lavoro, per studio e/o per svago e turismo, e trasporto di merci, al fine di limitare il traffico su gomma, di tir e di automobili, almeno nei nostri fondovalle, che assomigliano sempre più ai non luoghi delle periferie metropolitane.
Non è un caso se la SS36 è la strada statale più trafficata della Lombardia. Non solo, la nostra linea ferroviaria dovrebbe essere maggiormente collegata con un sistema di trasporto pubblico efficiente, moderno, integrato, attrattivo, a livello locale e regionale. Per questo appoggiamo la campagna per la mobilità sostenibile promossa dal PD della Lombardia a partire dallo scorso mese di ottobre.
Non si può non ricordare il significativo esempio portato due anni fa ad un incontro presso la Società Operaia di Chiavenna da Vittorio Poletti, ex-dipendente delle Ferrovie Retiche e grande conoscitore della gestione di orari ferroviari e da Helmuth Moroder, ingegnere e vicepresidente della CIPRA, Commissione Internazionale Protezione delle Alpi, e direttore del progetto di recupero della linea ferroviaria Merano-Malles in Val Venosta.
Considerata nel 1991 ramo secco, nel 2006, dopo un'attenta gestione ed un accurato rilancio, trasportava 3000 viaggiatori al giorno, senza barriere architettoniche, senza soppressione di corse, anzi, garantendo corse più frequenti e meglio connesse con altre direttrici, nonchè stazioni belle, pulite, accoglienti.
Ora muove 2 milioni di passeggeri all'anno e può trasportare 25 tonnellate di merci per asse.
L'investimento economico non ha superato quello di una normale circonvallazione stradale di pochi chilometri (e forse è stato inferiore a quanto preteso per le ultime rotonde appaltate nella nostra provincia?) ed i costi di gestione sono del 30/40% inferiori a quelli di Trenitalia.
Al disagio delle coincidenze, va aggiunto un altro problema: la cessazione dello sconto treno per gli studenti fuorisede, che dalla nostra provincia si recano nelle sedi universitarie lombarde e di Piacenza. Inizialmente la convenzione tra Provincia e Trenitalia prevedeva uno sconto del 30% per la corsa semplice e per l'abbonamento annuale. L'anno scorso, nonostante l'amministrazione provinciale abbia versato una cifra maggiore a Trenitalia, lo sconto era previsto solo per l'abbonamento annuale. Quest'anno non esiste nessun tipo di sconto.
Ai notevoli costi che le nostre famiglie sopportano per il vitto e l'alloggio dei figli universitari,da quest'anno accademico si sommano per intero anche quelli per il trasporto. I Giovani Democratici della provincia di Sondrio, unitamente ai consiglieri provinciali PD, stanno chiedendo al Presidente della Provincia Provera ed alla Regione di impegnarsi affinchè venga ripristinato lo sconto treno, sia sull'abbonamento, sia sul biglietto di corsa semplice. La stessa richiesta, rivolta dal Gruppo Consigliare del PD della Regione Lombardia ( con il voto unanime del Consiglio Provinciale) al governatore Formigoni non ha per ora ricevuto risposta. Ci auguriamo che ambedue i problemi trovino nella Provincia e nella Regione le soluzioni che meritano.
Beatrice Patrini
Circolo del Partito Democratico della Valchiavenna

1° Forum dei Circoli Lombardi 20/09/2008

Intervento di Beatrice Patrini

Credo che il PD del Nord non possa essere la questione centrale del radicamento del PD sul nostro territorio lombardo. Anche il Nord non è più il Nord di una volta, è cambiato nel frattempo. Esistono diversi Nord, come esistono diversi territori della Lombardia, la Lombardia non è tutta uguale. La regione dell'arco alpino è a Nord del Nord, caratterizzata da peculiarità originali che ne definiscono problemi e risorse. Il primo argomento, prioritario, un'emergenza, è stato citato in precedenza da Bonomi: è lo scandalo del problema "acque", con il prelievo, anche illegale, del 95% della portata di fiumi e torrenti per sfruttamento idroelettrico. Dalla provincia di Sondrio giungono il 50% dell'energia elettrica prodotta in Lombardia ed il 12% di quella prodotta in Italia. Lo sviluppo civile ed industriale della Lombardia è progredito con l'elettricità uscita da qui. Per troppi decenni non sono state rispettate le vecchie convenzioni tra aziende produttrici e Comuni, non sono stati pagati agli Enti Locali adeguati canoni di sfruttamento idroelettrico e quindi non c'è stato nessun adeguato beneficio economico per i cittadini. Stiamo parlando di miliardi di euro. L'assalto ai torrenti continua senza alcun controllo, producendo danni ambientali, economici, turistici, nonchè rischio di dissesto idrogeologico. La partita economica ed ambientale è grossissima: contro abusi e monopoli stanno reagendo comitati spontanei ed ancora la politica non è riuscita a farsi carico di questa vergogna. Bonomi prevede la chiusura delle centrali, ma numerose nuove richieste di concessioni sono alle porte. La montagna lombarda è sconosciuta alla politica e questo spiega le tante occasioni mancate di sviluppo e l'insuccesso dei tentativi di politiche territoriali. L'area alpina è al centro dei grandi cambiamenti climatici dettati dal surriscaldamento del pianeta: i nostri ghiacciai si stanno riducendo. Il paesaggio del fondovalle deve difendersi dallo sconfinamento della città e dei suoi stili di vita e dall'eccessivo consumo di suolo. Dovrà cercare di non assomigliare ad un "non luogo" omologato alle grandi periferie. Altro problema è la rarefazione dei servizi in un territorio morfologicamente disagevole, cui si aggiunge la necessità di un massiccio pendolarismo.
Quindi il percorso di radicamento dei nostri Circoli non potrà che partire dal territorio.
Il territorio si impone come bisogno e come valore, come chiave di cambiamento tra salvaguardia, tutela ed innovazione, come interesse preponderante, come occasione di sviluppo e di lavoro per continuare a vivere in montagna. La Valtellina e la Valchiavenna hanno unicità territoriali da cui partire con necessità di segnali forti di cambiamento verso politiche integrate, economiche, ambientali e sociali e verso il recupero e la valorizzazione di patrimoni paesaggistici, enogastronomici e culturali più difficilmente taroccabili e falsificabili dalla globalizzazione. Ripensando al manifesto elettorale che paventava il rischio di vivere nei nostri luoghi come tribù pellerossa nelle riserve, che cosa hanno in comune le persone che hanno votato secondo quel messaggio? Non la posizione economica, non la condizione sociale, non il lavoro, neppure l'origine geografica, ma solo il territorio, il territorio è l'elemento che condividono. Dove vivo e chi sono, il problema centrale è culturale e, come ci ha già ben detto Bonomi, dei sentimenti. Bonomi, perchè di origini valtellinesi, ha già fatto una precisa fotografia delle nostre valli: non ancora una massiccia immigrazione, molte banche e non ci sono "troppe" paure, paura di dover cedere il posto di lavoro, il posto all'asilo nido, di tornare a casa tardi la sera, dei furti nelle case. Tante banche, risparmiamo molto e ci suicidiamo, molto. E' forte l'insicurezza sociale, siamo disorientati, dis-ambientati. La partita si dovrà giocare sul terreno locale. La provincia di Sondrio dovrà partire da lì, ma non da sola:
dal '94 non abbiamo più un rappresentante di centrosinistra in parlamento ed attualmente neppure nel consiglio regionale. Anche la rappresentanza di un lombardo all'interno del governo ombra avrebbe potuto esserci d'aiuto, perchè vivere in montagna, lavorarci, studiare, ammalarsi, essere giovani, essere precari, fare impresa, fare agricoltura, artigianato, commercio, impiegare il tempo libero, è diverso qui rispetto ad altri luoghi lombardi. Siamo forti della vittoria di Sondrio capoluogo, dove il sindaco Molteni ha vinto con una coraggiosa e personale proposta di allargamento del PD in un baluardo del centrodestra. Leggiamo il territorio, costruiamo dalla concretezza della vita reale, verso uno stile di vita e di sviluppo sostenibili, coniugati alla modernizzazione, ad un sistema ferroviario provinciale efficiente in una efficiente rete regionale di mezzi pubblici per il trasporto di merci e di persone.
Anche strade, ma non SOLO strade, perchè le nostre valli non rischino di essere corridoi di "flussi" di acque canalizzate, captate, flussi di energia idroelettrica, flussi di auto e tir.
Proseguiamo verso un turismo sostenibile, verso un patrimonio turistico capillare e diffuso, che vada oltre le roccaforti turistiche, "solo sci", anche sci, ma non SOLO sci. Stiamo aspettando da tempo una piccola revisione del Codice della strada che liberi la montagna dall'uso selvaggio, dannoso, senza regole e limiti di sicurezza delle motoslitte e di analoghi mezzi motorizzati. Avendo attenzione e cura, forte, dei nostri paesaggi potremo recuperarne l'eccelenza ambientale intrinseca. L'Italia è ricca di tante cucine locali, possiamo non limitarci a ricette centralistiche, non validamente trasportabili da territorio a territorio.

Beatrice Patrini
Portavoce Circolo Valchiavenna

Comunicato stampa del 21/02/2008

Si è tenuta giovedì sera presso la sala riunioni della Società Democratica Operaja di Chiavenna la prima assemblea del comitato del circolo della Valchiavenna del Partito Democratico. All'assemblea, aperta a tutti gli aderenti, ha partecipato anche il coordinatore provinciale del PD Angelo Costanzo. Il comitato ha eletto il proprio portavoce. All'unanimità è stata eletta Beatrice Patrini.
L'assemblea ha, quindi, approvato un documento indirizzato allo stesso coordinatore Provinciale Costanzo e relativo alle candidature del territorio provinciale per le prossime elezioni politiche del 13-14 aprile. Il documento sottolinea come "il circolo della Valchiavenna del Pd, nel ribadire la necessità di una rappresentanza parlamentare territoriale, chiede al coordinatore provinciale, di assumere tutte le iniziative necessarie per far si che la scelta delle candidature si basi sulle indicazioni di priorità espresse, democraticamente e con la più ampia partecipazione possibile, dai rappresentanti territoriali del Pd della provincia di Sondrio. Suggerisce, inoltre, che le figure individuate dovranno rispondere a criteri di rinnovamento della politica, incarnando il messaggio di novità che il Pd si prefigge di dare".
Il coordinatore Costanzo ha recepito dall'assemblea anche il suggerimento di convocare nella riunione in programma lunedì sera a Sondrio, in cui saranno decisi i nomi da portare a Milano per l'elaborazione delle liste, non solo i membri del comitato provinciale ma anche i componenti eletti dei circoli mandamentali.

Il Portavoce

Beatrice Patrini